Germano Lanzoni: «Noi del Milanese Imbruttito sognavamo di fare cinema e ci siamo riusciti»

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Nel pomeriggio di venerdì 10 dicembre, ai microfoni di Miky Boselli e Andrea Ferrari, è stato ospite Germano Lanzoni, meglio conosciuto come Il Milanese Imbruttito. Da martedì 7 dicembre è fuori nei cinema Mollo tutto e apro un chiringuito, la commedia diretta da Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi. Con il nostro ospite siamo partiti dal racconto della scena in cui l'Imbruttito abbandona l'ufficio e scarica tutti colleghi. Si è poi scherzato sulla data di uscita del film: «Sono un po' arrabbiato con la Uefa e il sindaco di Milano Sala che quella sera hanno messo Milan-Liverpool e la Prima alla Scala». E sul film ci racconta: «È un'ora e mezza di leggerezza per raccontare in modo ironico chi vive il mondo del lavoro in maniera così stressante da voler cambiare vita, faticando però a cambiare il proprio schema mentale».IL CULMINE DI UN PROGETTO COLLETTIVO -  Riguardo al film, Germano Lanzoni ha voluto sottolineare come il progetto sia in realtà il risultato di una collaborazione di diverse persone: «Comprende un sacco di attori e autori straordinari. Un team incredibile che partecipa giornalmente alla serie. Volevo anche ringraziare il gruppo sardo che ha contribuito a realizzare un prodotto che rispecchia quello che facciamo da 7 anni, raccontare Milano con il nostro modo di fare». E sulla genesi del Milanese Imbruttito ci ha raccontato: «Il personaggio del Milanese Imbruttito è unico nel suo genere. Il progetto è nato nel 2013 grazie a 3 ragazzi universitari che hanno conosciuto la realtà dei milanesi. Da quando sono stato chiamato io ed è partita un'autentica escalation che ha avuto il culmine con la sceneggiatura scritta durante la pandemia. È stato un salto per tutti. Sognavamo di fare cinema, siamo riusciti a farlo davvero».DIVENTATE BRAVI, POI SE DIVENTATE FAMOSI È UN INCIDENTE - In chiusura ci ha parlato anche del suo lavoro come speaker ufficiale del Milan, che ricopre da oltre 20 anni: «Ogni volta che leggo le formazioni sono emozionato. Ogni partita è come se fosse la prima». Ci ha voluto lasciare con un consiglio di vita: «Non correte dietro al successo, ma dietro al vostro talento. Diventate bravi, poi se diventate famosi è un incidente».

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